Su strada
La Volkswagen Golf GTD protagonista della nostra prova ha dato sfoggio di doti stradali notevoli abbinate ad un propulsore generoso e meno "ruvido" che in passato. Tradotto in termini più incisivi, siamo di fronte a una vettura capace di esaltare il piacere di guida, fine ultimo dei tecnici Volkswagen. Le modifiche apportate alla telaistica ricalcano la tipologia ed entitù degli interventi effettuati sulla cugina Golf GTI. Reso più rigido in alcune parti, il telaio è stato abbassato di circa 1,5 cm, tutto a favore della precisione di guida e della reattività del corpo vettura nei cambi di direzione. Le sospensioni sono state interamente riprogettate: offrono un valido compromesso tra rigidità e comfort di marcia, temendo solo qualche buca particolarmente profonda tipica, purtroppo, di molti paesaggi urbani del Bel Paese. I cerchi in lega da 17 pollici fanno parte dell'wquipaggiamento standard, mentre la vettura provata montava cerchi da 18 pollici calzanti pneumatici 225/40 ZR18.
Il motore di questa Golf GTD esprime la stessa potenza dell'unità che va a sostituire, ma rispetto al precedente 2.0 TDI a iniettore pompa portato al debutto verso la fine del ciclo vitale della Golf IV è notevolmente migliorata la curva di erogazione. Dove prima era ruvido, spigoloso, poco fruibile, ora è progressivo, dolce nell'erogazione e piacevole da condurre, tanto con il cambio manuale che con il sempre apprezzato DSG a doppia frizione. La vettura pesa comunque poco più di 1400 kg: lo scatto da zero a cento km/h non è esaltante, di poco superiore agli otto secondi. Ciò non toglie che la guida dinamica sia nel DNA di questa vettura, pur non cercando il dato cronometrico fine a sè stesso. La robusta coppia motrice fa comunque la sua parte, grantendo in ogni circostanza riprese soddisfacenti. Una vettura comoda, ben rifinita e capace di rendere il trasferimento casa ufficio o la gita fuori porta domenicale una sana ed appagante esperienza di guida.
