Continua l’inarrestabile ascesa del prezzo del gasolio, che sfondando quota 1,30 euro al litro fa registrare l’ennesimo record negativo. Si profila così una probabile quanto brusca inversione di tendenza nel mercato automobilistico italiano che in questi ultimi anni invece, si era caratterizzato proprio per una crescita costante delle immatricolazioni delle auto diesel.
Insomma, conviene ancora comprare un’auto diesel ? Sicuramente il calcolo del punto di pareggio, ossia “il chilometraggio minimo da effettuare ogni anno per avere convenienza a scegliere una diesel” si sposterà sempre più in alto, influenzando le future decisioni di acquisto degli italiani. A quanto pare sarà soprattutto l’acquisto delle auto di piccola cilindrata a risentire maggiormente di questo aumento dei prezzi del gasolio, che stanno diventando giorno dopo giorno sempre meno convenienti rispetto alle loro omologhe versioni a benzina.
Questa continua escalation del prezzo dei carburanti ne sta influenzando anche le vendite ed i consumi, come sottolinea il presidente dell’Aiee Edgardo Curcio, che dice: “oggi il mercato dei carburanti in Italia é ormai saturo, non cresce più: per la prima volta in 40 anni - spiega Curcio - sembra stia per iniziare un ciclo recessivo per le vendite”.
Le cifre degli ultimi anni infatti, mostrano una costante diminuzione delle vendite di benzina: -5,5% nel 2004, -7,3% nel 2005, -6,2% nel 2006. I consumi del gasolio, pure in aumento, hanno visto tale crescita ridursi e passare dal +10% del 2001, al +7,1% del 2004, al +2,1% nel 2005 con una ripresa (+3,8%) nel 2006. I dati provvisori 2007 indicano un aumento delle vendite del 3,3% per il gasolio e calo del 6% per la verde.
“Nei primi nove mesi del 2007 - sintetizza Curcio - il consumo di carburanti in Italia è diminuito rispetto allo scorso anno, nonostante sia aumentato il numero di auto immatricolate”. E gli alti prezzi sono, secondo l’Aiee, i primi responsabili di questo stallo. Ma non sono solo i prezzi a consolidare questa tendenza, infatti un ruolo fondamentale non può che essere attribuito anche alle tasse, che “
nel nostro Paese sono tra le più elevate d’Europa”.