Ve lo dico io in base ad un argomento trattato su kata web.
Mentre il caro-carburante pesa sulle tasche degli automobilisti italiani con una maggiorazione, da inizio anno, di oltre 6 euro per ogni pieno di un auto di media cilindrata, le casse dello stato hanno incassato una cifra fino a 600-700 milioni di euro in più di sola Iva.
In base al meccanismo per il quale l'imposta sul valore aggiunto si applica sulla somma tra il prezzo industriale della benzina e l'accisa, l'impatto dell'iva cresce infatti al salire dei prezzi della materia prima.
Con il risultato che dall'inizio dell'anno ad oggi per ogni litro di carburante venduto in Italia l'erario ha incassato, di sola Iva, circa 0,025 euro in più.
Vale a dire quasi
50 lire al litro che moltiplicate per i circa 29 miliardi di litri - tra benzina e gasolio - di vendite medie nei primi 8 mesi si traducono in un gettito aggiuntivo che sfiora i 700 milioni di euro.
Più in generale, per ogni pieno da 25 euro di benzina pagate al distributore, quasi
16,5 euro vanno direttamente nelle casse dello stato, sotto forma di tasse tra accisa e Iva. Come dire cioè che quasi
due-terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo bruciano in tasse. (pazzziiiaaa)
Ed il gettito per l'erario - in base all'attuale meccanismo di tassazione dei carburanti - cresce all'aumentare del prezzo al consumo: per ogni 0,051 euro di aumento del prezzo al distributore (100 lire per chi ancora non ha grande dimestichezza con la nuova moneta) lo Stato guadagna di sola Iva 0,008 euro in più al litro (oltre 16 lire).
I prezzi finali dei carburanti attualmente sono dati dal prezzo industriale a cui va aggiunta l'accisa e l'Iva al 20% sul totale delle prime due voci.
Nonostante le punte di 1,2 toccate in alcuni distributori italiani, del prezzo pagato per un litro di verde, solo 0,419 euro sono legati all'effettivo costo del carburante: la parte rimanente, pari a 0,754 euro è riconducibile a tasse (0,56 euro il peso dell'accisa e 0,195 quello del'Iva).
w l'Italia
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