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Ducati Monster S2R Vs Suzuki SV 650

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2005 21:37
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09/07/2005 03:45
 
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Non so proprio quanti di voi siano appassionati di moto ma visto che il periodo giusto per farsi un giro a 2 ruote ho trovato in rete un'interessante argomento su queste 2 moto con motore bicilindrico a V 90°: Ducati Monster S2R e Suzuki SV 650.



Le naked di cilindrata media sono il segmento perfetto per entrare nel mondo delle moto vere, ed il loro successo lo si deve sicuramente anche a questo fattore. Si tratta di modelli che offrono sufficiente potenza e prestazioni, hanno un comportamento divertente e, cosa non trascurabile, un'estetica piacevole, per farsi valere anche nelle uscite al barÉ Possono quindi essere un primo, valido scalino, ma anche tramutarsi in una tappa permanente. E il fatto è confermato dal costante rinnovamento a cui tutte le medie sono sottoposte: per esempio, la Ducati Monster S2R e la Suzuki SV 650 della nostra comparativa sono modelli 2005, l'una perché ha trapiantato il motore della 800 in una veste estetica derivata dalla sorella maggiore S4R, l'altra perché si fregia del telaio colorato di nero e di un nuovo e moderno cupolino. Pur differenti in moltissimi aspetti, dalla cilindrata alla tradizione, le due nude sono accomunate dal layout del motore, per entrambe un bicilindrico a V 90° montato longitudinalmente, e dalla potenza di poco superiore agli 80 CV. Anche se offrono prestazioni che non fanno certo gridare al miracolo, sia la Monster che l'SV conquistano per la facilità con la quale si entra in confidenza con esse, per le dimensioni ed il peso tutto sommato ridotto rispetto alle "super naked" di ultima generazione. Strizzano quindi l'occhiolino anche all'utenza femminile, ma in generale a tutti coloro che vogliono divertirsi senza impegno, sia fisico che - fattore da non sottovalutare - economico.

La Monster, anche in questa versione rinnovata, mantiene intatta l'architettura delle sue sorelle, che da più di un decennio fanno parte del patrimonio motociclistico mondiale. Telaio a traliccio in acciaio, con sospensione posteriore progressiva e forcella a steli rovesciati di generosa sezione. La novità più evidente risiede proprio nel forcellone, ora un monobraccio in tubi d'acciaio dal disegno complesso quanto accattivante, che lascia lo spazio sul lato destro per il doppio scarico sovrapposto. Questa soluzione, a sua volta, risolve un limite cronico del modello, quello della scarsa luce a terra in piega: ora non si deve più temere di "fare scintille", e si possono sfruttare le eccezionali doti di stabilità del telaio bolognese. La SV propone invece un telaio estruso di alluminio, piuttosto appariscente, che cerca di coniugare la scuola italiana del traliccio con quella giapponese del materiale leggero. La forcella è tradizionale, di diametro non eccessivo, e lo scarico singolo è qualcosa di abbastanza inusuale su una bicilindrica, oltre a non regalare un "sound" propriamente esaltante. L'estetica dell'italiana non si discute: le modifiche non ne hanno cambiato il carattere generale, fatto di forme morbide ma aggressive allo stesso tempo. La Suzuki SV 650 è, dal canto suo, una moto che mette a proprio agio sin dal principio, anche dal punto di vista estetico. Poco appariscente ma elegante, ha guadagnato molto, a nostro parere, dalla verniciatura nera del telaio e dei cerchi, che alleggerisce la vista laterale non di poco. La posizione eretta del busto, comoda e rilassata, la taratura delle sospensioni piuttosto confortevole, le dimensioni compatte e il motore morbido come il burro, la rendono amichevole e facile per tutti. Anche i comandi sono molto dolci, in particolare quello del cambio, da riferimento.


I motori: quello da 803 cc della Monster mantiene - collocandosi a metà tra le più diffuse 620 e 1000 di famiglia - il tipico carattere delle Ducati a due valvole raffreddate ad aria. La distribuzione desmodromica a due valvole azionata da cinghia dentata è sempre lei, ed ora c'è l'iniezione a garantire minori consumi ed una regolarità di funzionamento adeguata agli anni duemila. Certo, non è tanto vivo agli alti regimi come la Suzuki, che con la sua cilindrata più piccola e la migliore "respirazione" garantita dalle quattro valvole, gira più in alto con maggiore facilità. La potenza non è eccezionale, ma è erogata a regimi più bassi, con una coppia più elevata. Nonostante disponga di un motore V2, il temperamento del "seiemmezzo" Suzuki è molto diverso da quello dell'italiana. Potenza simile, certo, e alimentazione ad iniezione anche in questo caso, ma la cilindrata è minore, e si notano minori vibrazioni e inerzia nel salire di giri. La risposta in basso è molto pronta, e se si deve muovere un appunto è quello di una certa "freddezza": scorre così dolcemente su tutto l'arco dei giri, che quasi manca di carattere. Le sospensioni sono un po' morbidine per l'uso sportivo, soprattutto la forcella, che trasmette una certa sensazione di leggerezza.


La bolognese si mantiene in perfetta linea con la tradizione, così come familiare è la posizione di guida. Il manubrio è molto largo, e abbastanza distante dalla sella, e questo obbliga ad una posizione di guida che, se certo non facilita la guida in città e a bassa velocità, dall'altra impone un maggior carico sull'avantreno e consente di muoversi in maniera più consona alla guida impegnata. L'avantreno è granitico, infonde una fiducia quasi assoluta e ben riposta. Tra le mura cittadine, però la situazione non è altrettanto rosea: pur essendo comunque una moto abbastanza bassa di sella e di dimensioni non imbarazzanti, bisogna tener presente il raggio di sterzata molto ampio ed una certa bruschezza del motore a bassissimo regime. Dai modelli originali a quest'ultima versione ha certo guadagnato molto in comfort e dolcezza dei comandi, ma la S2R continua ad essere una Ducati, e come tale presenta sospensioni più rigide della media e freni di quelli "tosti", con doppio disco anteriore da 320 mm e pinze a quattro pistoncini. In cambio, le finiture non sono ancora da giapponese: basta dare un'occhiata al quadro strumenti, per rendersene conto, completo ma un po' povero esteticamente. L'SV fa invece sfoggio di una bella strumentazione mista analogico-digitale, abbracciata da un nuovo cupolino con funzione più estetica che pratica.


La Suzukina ha il proprio punto di forza nella maneggevolezza, proprio come la Ducati lo ha nella stabilità: differenti filosofie, con il risultato comune di un bel piacere di guida. L'SV è stretta, minuta, bassa di sella, con le masse concentrate al centro. È rapida tra le S come nessun'altra, e si lascia condurre senza alcuno sforzo apparente. Il prezzo da pagare per tanta maneggevolezza è nella minore rigorosità nel seguire la traiettoria quando il ritmo sale: le sospensioni sono poco frenate nell'idraulica e qualche ondeggiamento di troppo ricorda che non si è alla guida di una moto veramente sportiva. Cosa che invece è più evidente per l'S2R: sarà la posizione di guida più radicale, con le pedane alte ed arretrate, sarà il rumore coinvolgente del motore più famoso del mondo, ma quando la strada curva, ci si sente pronti ad attaccare, a godersi la bella guida, a forzare il ritmo. I freni sono da riferimento per la categoria, ma anche la SV non si comporta male con il suo doppio disco anteriore, necessitando solo di un maggiore sforzo alla leva per prodursi in staccate aggressive. È la forcella, che però lascia un po' a desiderare, per la giapponese: l'affondamento è elevato e si perde in certa misura sensibilità sulla ruota anteriore. In buona sostanza le protagoniste della nostra prova sono due moto che, a dispetto della simile destinazione d'uso (da evitare come la peste l'autostrada, per la protezione aerodinamica veramente scarsa in entrambi i casi), si rivolgono ad un pubblico in parte diverso. La Monster, forte del peso della tradizione e di un marchio che in quanto a fascino non è secondo a nessuno, piacerà molto ai più attenti all'immagine, a maggior ragione nella nuova versione aggiornata. Inoltre, è evidente, conquista per l'attitudine sportiva e la rigorosità alle alte velocità della sua ciclistica. La Suzuki, dal canto suo, fa innamorare per la confidenza che infonda sin dai primi metri, per la facilità con la quale ci si trova a giocare tra le curve, assecondati alla perfezione da un motore che è un gioiello di dolcezza e prontezza. La linea non è entusiasmante, però è questione di gusti, ma il prezzo non lascerà certo indifferenti: 7.100 Euro chiavi in mano, contro i 9.000 tondi tondi della Ducati. Non sono pochi soldi, ma le ragioni del cuore spesso tendono a prevalere: a voi la scelta.






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09/07/2005 17:54
 
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le jappo non avranno mai il fascino, la raffinatezza e la componentistica delle DUCATI..

Ducati.. sono moto da appassionati... tipo le harley... sono moto delicate.. quasi artigianali, da curarle e starci dietro quasi come un figlio [SM=x54248]

solo l'appassionato può capirle.

la jappo... la accendi.. metti la benza e l'olio ogni tanto... il suo tagliandino programmato e via... sono moto perfette... l'anno dopo scappa un nuovo modello... e via.

ma non monteranno mai uno scarico Termignoni o un cerchio Marchesini.

tornando al confronto.. la sv non mi è mai piaciuta.
sceglierei la ducati... ma c'è una differenza di prezzo non da poco.

[Modificato da Pirosoft 09/07/2005 17.55]

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09/07/2005 18:19
 
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Guarda...non vorrei andare fuori tema ma so di certo che proprio la Ducati è la moto che più piace alle ragazze. Probabilmente per il fatto come dici te cioè la raffinatezza e la componentistica ma specialmente il prestigio del nome , che "forse" la Suzuki non ha.



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09/07/2005 19:56
 
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certo il.. prestigio e il fascino di un marchio... conta per alcuni... Ducati non è solo NOME... hanno dei lati positivi (qualità componentistica che si traduce una qualità di guida, di frenata spettacolare), e negativi... motori non + top in prestazioni, affidabilità, costi di gestione.

Delle 600 naked giapponesi cmq la sv è l'ultima nella mia classifica...
Della suzuki mi piace molto la GSX-R specialmente l'edizione del 20esimo anniversario con lo scarico yoshimura [SM=x54236]

Kawasaki è il marchio giapponese che preferisco.
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10/07/2005 19:59
 
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dai, cosa c'è di meglio di una monster 600 e di una 999?? sono spettacolari... specialmente se NERE... da paura!!!!!!!![SM=x54256]
l'unica jappo che mi affascina assai è la R1....[SM=x54247]
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11/07/2005 01:08
 
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Ducati non è solo un marchio di prestigio, Scegliere una ducati per me è stato come scegliere la mia golfettina: FILOSOFIA DI VITA!!!!
Per me non c'è niente che si possa paragonare a questi modelli!!1
Scusate, forse sono un po' di parte!!!![SM=x54247]
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12/07/2005 19:13
 
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E sarò di parte pure io.....ma...
Nell'articolo si parla di motori che hanno potenza di poco superiore agli 80CV......dove? La S2R ne ha 77 e l'SV ne ha 72.
Non voglio parlare di estetica perchè lì è questione di gusti e cmq io ho la versione S. A parte far notare quanti cavi e cavetti sono ben visibili sulla ducati....
Parlo invece di prezzi, perchè l'SV chiavi in mano non viene 7100€ ma al massimo 6500€, ma proprio al massimo e parlo della versione S.

Detto questo, che cavolo di pargone è farne uno tra una moto con motore da 800cc ed un'altra da 650cc? avrei capito se fosse stato fatto il paragone con il monster 620....
Nonostante questo nel paragone si sottolinea comunque le basse prestazioni dell'S2R.....9000€???

Nulla da dire sulla telaistica, è risaputo che le ducati hanno un buon telaio.

Vedo che avete qlkn ha citato che le Japp hanno i loro tagliandi programmati e tutto è finito li; scusate ma io ne ho sentite tante sulle ducati (in generale) e di spender tutti quei soldi e ritrovarmi poi a spenderne altri dal mecca per problemi vari non mi va.....a dimenticavo, bisogna aggiungere le continue macchie d'olio per terra.

Oltretutto si parla di buona qualità componentistica......non venite a dirmi che le Japp peccano così tanto come fate intedere.

Una domanda, l'S2R ha ancora il cavalletto con la molla?

[Modificato da seveneyes 12/07/2005 19.17]




Don't drink if you have to drive - Non bere se devi guidare*
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12/07/2005 21:37
 
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saro di parte pure io, ma il fascino di sentire urlare un DUCATI non è assolutmente paragonabile ad una qualunque "zanzara" giapponese.. saranno anche tecnologicammente piu avanzate delle italiane ma alla fine essere DUCATISTI spesso è piu una filosofia... (ed io sono fiero di esserlo!!) [SM=x54254] [SM=x54254] [SM=x54263]

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