Mercedes...aiaiaiai........
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I sintomi della crisi erano riconoscibili fin dal 2004, quando gli utili del Mercedes car group (Mercedes, Smart, Maybach) erano scesi del 47 per cento a 1,7 miliardi di euro, mentre in Europa la concorrente Bmw aveva venduto, per la prima volta, più modelli di quelli del nobile marchio con la stella. Nel frattempo i dati negativi in arrivo da Stoccarda sono rimasti univoci, tanto da far dire a un commentatore del Financial Times (edizione tedesca) che la Mercedes sarebbe un «caso clinico». Esagerazioni, probabilmente. Però nel primo quadrimestre di quest'anno le vendite sono ulteriormente diminuite del 7,8 per cento (contro un aumento del 16,6 per la Bmw); e la Smart, pur registrando nello stesso periodo vendite in crescita del 31,2 per cento (in Italia è un'auto molto apprezzata), ha provocato 954 milioni di euro di perdite, che vanno ad aggiungersi ai 2,6 miliardi di deficit accumulati dalla biposto negli ultimi sette anni.
Il fatto che gli analisti finanziari non credano a una rapida guarigione del «paziente di Stoccarda» lo mostra l'esclusione della casa madre, la DaimlerChrysler, dall'indice Dow Jones Global Titans, che include le 50 più potenti multinazionali del mondo.
Per non parlare poi della retrocessione nella graduatoria AutomarxX stilata dal potente automobile club tedesco Adac, che registra la soddisfazione dei clienti per le loro auto. Ebbene, in questa classifica la Mercedes è scesa agli ultimi posti ed è stata superata non solo dalle sue tradizionali avversarie, come Porsche, Audi o Bmw, ma anche da Skoda, Mazda e Renault. Troppi sono stati i richiami in fabbrica (nel 2004 680 mila vetture) per risolvere svariate imperfezioni, da quella nel sistema freni Sbc a quella dell'impianto informatico di bordo.
Tra le prime misure d'emergenza prese da Eckhard Cordes, dall'ottobre 2004 presidente del Mercedes car group, figura non a caso il drastico programma di miglioramento qualitativo Core (Cost down, revenue up, execution), nel quale verranno investiti nei prossimi due anni 800 milioni di euro, e che prevede anche una razionalizzazione dei cicli produttivi e sinergie fra i tanti, alcuni sostengono troppi, modelli offerti dalla casa.
In effetti, mentre la Bmw concentra la sua gamma su otto modelli base, molti dei quali sono assemblati per il 60 per cento con componenti presenti anche in altre serie, la Mercedes ne ha in listino 12 che spesso non hanno in comune con gli altri nemmeno uno specchietto retrovisore.
«Mister Mercedes» ha annunciato anche il congelamento di alcuni importanti progetti, come quello per la nuova offroad Smart (Formore) o del superbolide P8 ideato assieme alla McLaren, e un taglio dei costi di produzione di almeno 3 miliardi di euro.
Solo risanando velocemente il marchio Mercedes Eckhard Cordes può ambire alla poltrona di Jürgen Schrempp, attuale presidente del gruppo DaimlerChrysler. Una carica alla quale ambisce anche il numero uno della Chrysler, Dieter Zetsche, che negli ultimi cinque anni ha dimostrato che è possibile rilanciare un marchio in crisi. Ora ci si attende che Cordes dimostri che anche lui è in grado di riuscirci.
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