Tornano gli aumenti dei pedaggi autostradali, puntuali come vuole l'infausta tradizione. Dopo il Capodanno "horribilis" del 2014, portatore di aumenti medi del 3,9%, il 2015 dovrebbe iniziare con tariffe maggiorate di un altro 1,5%: ministero delle Infrastrutture e concessionarie stanno ancora trattando (un incontro era previsto per oggi), ma a quanto pare l'anno nuovo non ci farà mancare il consueto ritocco all'insù.
Richieste fino al 9%. L'allarme era stato già dato pochi giorni fa da Adusbef e Federconsumatori, secondo cui le richieste presentate a Roma dalle concessionarie arrivano a sfiorare il 9%, "come nel caso della tratta Roma-Pescara" (A24 e A25, ndr). Secondo la Stampa, però, Maurizio Lupi intende tenere la barra dritta: "Gli aumenti non saranno superiori all'1,5%", ha assicurato il ministro al quotidiano, indicando la soglia del recupero dell'inflazione. La conferma sugli esiti del braccio di ferro dovrebbe arrivare nelle prossime ore, ma nel frattempo resta alta l'attenzione degli automobilisti, scottati dai sensibili aumenti di fine 2013 e a quanto pare condannati a un altro anno con il segno più, soltanto in parte addolcito dai ribassi dei prezzi dei carburanti cui stiamo assistendo in queste settimane.
Le stangate precedenti. A fine 2013, il ministero ha concesso aumenti medi del 3,9%, contro una richiesta del 4,8% e punte superiori all'8%, proprio sull'A24-A25. In Veneto, poi, brucia ancora la stangata di due anni fa, quando il pedaggio da Venezia a Padova è schizzato da 0,70 a 3 euro per un rincaro pari al 400%: sono i frutti di quella che Quattroruote ha già chiamato la "formula inganno", un sistema di calcoli basati su parametri come volumi di traffico (in calo per la crisi), investimenti e qualità del servizio che continua a produrre richieste - e concessioni - oltre il recupero dell'inflazione. Una situazione inaccettabile per cui abbiamo già sollecitato l'intervento dell'Autorità dei trasporti.