HOME CERCA TOP UTENTE REGOLAMENTO FOTO RADUNI ALBUM FOTO ALBUM VIDEO DONAZIONE SITO WEB

 ULTIME DISCUSSIONI
DISCUSSIONI IN EVIDENZA
 ULTIME NEWS VW GOLF
  

Comunicazione




CIAO, CHE ASPETTI ? PARTECIPA AL FORUM VW GOLF MANIA !!!

<img border='0' alt= BENVENUTO SU VWGOLFMANIA ! SE E' TUA INTENZIONE PARTECIPARE REGISTRATI AL FORUM E LEGGI IL REGOLAMENTO !

 
 

Sponsor

forniture per tappezzieri auto vendita ecopelle pelle auto capote auto 
forniture detergenti pulizia FAP auto 

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Le 5 fasi del detailing

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2013 07:40
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 4.734
Registrato il: 17/08/2008
Città: VICENZA
Età: 45
Sesso: Maschile
*::*WEBASTER*::*
*>GOLFMANIACO<*
Golf iv - Scirocco
25/07/2013 22:23
 
Quota

La guida “Le 5 fasi del detailing” è stata implementata per fornire una direttiva chiara a quanti intendano avvicinarsi al mondo del detailing con cognizione di causa.
Si tratta, pertanto, non di regole fisse ma di indicazioni di base da arricchire con le esperienze ed i gusti personali.
Anche perchè il mondo del detailing è estremamente mobile dal momento che le variabili in gioco (caratteristiche delle superficie, dei prodotti, delle attrezzature, il clima ecc...) sono tantissime ed ognuna potrebbe incidere sul risultato personale.


Queste infatti sono concepite per essere migliorate e soggette ad evoluzione.
Il mondo del detailing è in continuo movimento: si affacciano nuove tecniche, nascono nuovi prodotti per cui "panta rei", tutto è in evoluzione.
Abbiamo volutamente evitato di inserire nella guida troppi rimandi a codici e prodotti proprio perchè, in questo campo, l’innovazione è “quotidiana”.


Possiamo, con sintesi estrema ma efficace, ricondurre tutto l’argomento detailing in 5 punti, le cosiddette 5 fasi del detailing:
Lavaggio
Decontaminazione
Polishing
Protezione
Mantenimento

Cominciamo...

Fase 1.
Lavaggio.
Come eseguire il lavaggio di una vettura? Bè, intanto dipende in gran parte dallo stato della stessa e dalla sua storia. Un'auto curata con frequenza e mantenuta in ottimo stato non avrà mai la necessità di essere sottoposta a lavaggi aggressivi e all’uso di prodotti acidi ma avrà bisogno solo di uno shampoo con ph neutro per effettuare un buon lavaggio.
Altri casi invece richiedono un approccio più deciso per rimuovere sporco pesante e datato, ma questo non rappresenta un problema perchè oggi sono disponibili strumenti, prodotti e tecniche per ottenere un gran risultato nel totale rispetto delle superfici.
Il primo passo lo fanno gli sgrassanti prelavaggio (es. Meguiar's D108). Lo sgrassante serve ad eliminare lo sporco più difficile in zone come i passaruota ed il sottoscocca, nonché all’eliminazione di moscerini, insetti ecc…
Lo sgrassante è solitamente un prodotto a base acida, concentrato, che può essere utilizzato (dopo aver scelto la diluzione più adatta) spruzzandolo sulla superfice, attendendo che lo stesso svolga la sua azione e risciacquando con acqua.
La tecnica foam si rivela una soluzione decisamente valida per la fase prelavaggio.
Alla base di questa particolare soluzione c’è la Foam Gun, uno strumento nato per creare una schiuma densa e stabile che ha il potere di detergere senza l’ausilio di spugne o guanti che possano creare attrito. Questo procedimento, inoltre, concorre all’ottenimento di una base pulita e lubrificata che ridurrà al minimo il rischio di danni (leggasi swirls) durante il lavaggio.
Questo è un esempio di foam gun:


Questa invece è una vettura che è stata prelavata con la tecnica foam:



Il passo successivo è rappresentato dallo shampoo.
In generale sono sempre da preferire prodotti con ph neutro, che oltre a preservare i precedenti lavori di lucidatura e cura dell'auto, rispettano le vernici e contribuiscono al raggiungimento di un gloss superiore.
Uno shampoo neutro è anche molto più rispettoso nei confronti di particolari in plastica e gomma.
Per l’operazione di lavaggio si può utilizzare una spugna (meglio se in microfibra) oppure un guanto in lana di agnello o microfibra. Un buon consiglio è quello di utilizzare due spugne (o guanti): uno lo dedichiamo alle parti basse dell’auto, solitamente più sporche, l’altro al resto della vettura.
La tecnica migliore per il lavaggio è quella dei due secchi: il primo serve a sciacquare bene il guanto o la spugna, mentre il secondo è riempito con acqua pulita e shampoo.
All’interno dei secchi sono d’obbligo le grit guards: si tratta di particolari griglie da porre sul fondo del secchio. Queste hanno la funzione di eliminare tutto lo sporco dalla spugna o dal guanto e depositarlo sul fondo del secchio stesso.


La fase forse più importante del lavaggio è l'asciugatura dell'auto poichè la maggior parte dei segni presenti sulle vetture sono causate proprio in questo momento.
E' consigliabile l'uso della microfibra, dal momento che riesce a trattenere una notevole quantità di acqua garantendo nello stesso tempo un'azione delicata.
Per le operazioni di asciugatura abbiamo a disposizione panni in microfibra di due tipi: a pelo lungo o corto, oppure wave waffle.
Il Cobra Gold Plush XL è un esempio di panno con un lato a pelo lungo e l’altro a pelo corto:

In linea di massima si tratta di panni con un’ottima capacità di assorbimento e una finitura notevole.
Il Meguiar’s Water Magnet è un esempio di tecnologia wave waffle: un panno quindi con struttura a nido d’ape, più veloce nell’asciugatura e nella quantità di acqua che può raccogliere ma con una finitura leggermente inferiore: unire la capacità assorbente del wave waffle alla pulizia della microfibra a pelo lungo o corto sarebbe il massimo.


I cerchi sono un elemento indiscutibilmente importante nel look globale delle auto. Meritano pertanto un'attenzione ed una cura particolare perchè sono anche vittime dei depositi della polvere dei freni che deve essere rimossa in modo efficace e sicuro.
Molto spesso vengono utilizzati prodotti acidi e troppo aggressivi per velocizzare la procedura di lavaggio. Tuttavia l'uso frequente di questo tipo di sgrassatori provoca opacità oppure, nel peggiore dei casi, danni alle vernici trasparenti dei cerchi.
Pertanto per una pulizia ottimale di questo elemento sarebbe opportuno non basarsi solo sull’azione chimica del prodotto ma anche sull’uso di accessori dedicati.
Una spazzola adatta agevola l'operazione di pulizia rendendola minuziosa e precisa riuscendo ad arrivare li dove sarebbe difficile farlo a mano o con la lancia.


Le gomme sono la cornice del cerchio e chiaramente un black look non fa altro che accrescere il livello del risultato finale.
Un nero gomme che dia un look forte (più o meno lucido) a seconda del gusto personale, è d’obbligo ma per ottenere il massimo della resa e della durata da questi prodotti è essenziale eseguire una pulizia accurata della gomma: anche qui i pulitori adatti e gli strumenti consoni forniscono il loro importante contributo.
I ravvivanti gomma in commercio non sono tutti uguali: alcuni per garantire un risultato più vivo contengono pigmenti di vernice nera: questo tipo di prodotti può compromettere seriamente la struttura della stessa gomma indebolendola.
Fortunatamente in commercio ci sono anche prodotti il cui utilizzo è invece consigliabile perché, oltre a garantire un look superbo, consentono di proteggere la gomma dai raggi UV mantenendola elastica nel tempo: il Meguiar’s Gold Class Endurance ne è un esempio.
Questi prodotti possono anche essere ri-applicati dopo 20-30 minuti per accrescere il livello di gloss della finitura e sono formulati in modo tale che possano essere assorbiti dalla stessa gomma evitando, in questo modo, che i residui del prodotto vengano schizzati sulle fiancate dell’auto.

I vetri sono un elemento indispensabile alla sicurezza di marcia del veicolo. La loro pulizia, oltre a determinare un indiscutibile plus al look dell’auto, garantisce una visibilità sempre ai massimi livelli.
I migliori risultati ai fini della pulizia del vetro sono offerti dalla combinazione di un prodotto adatto, (come il Meguiar’s D120), veloce e che non lasci aloni e la microfibra con tecnologia wave waffle (es. Cobra Glass Towel).
Un piccolo trucco per la corretta pulizia del vetro consiste nel differenziare la tecnica tra parte interna ed esterna del vetro stesso: se all'interno si è proceduto in modo verticale, all'esterno è consigliabile farlo in senso orizzontale. In questo modo sarà possibile verificare se gli eventuali aloni siano all'interno oppure all'esterno del vetro.
I vetri possono essere trattati con polish specifici come ad esempio il DP HIGH PERFORMANCE GLASS RESTORER oppure il Diamondite Creme Surface.
L’azione di un polish sul vetro, oltre ad assicurare estrema trasparenza ed un notevole effetto idrofobico ed idrorepellente, aiuta ad eliminare i difetti ma lievi a medi che potrebbero essere presenti sulla superficie.
L’applicazione di questi prodotti si può eseguire a mano, oppure con l’aiuto di una lucidatrice.
Anche nel caso del vetro valgono le considerazioni che facciamo spesso sul resto della superficie: è sempre bene partire da una combinazione tampone-prodotto dolce per poi crescere in abrasività qualora non si ottengano i risultati sperati.
Non è consigliabile, invece, l’applicazione delle cere tradizionali sul parabrezza: se la rimozione non dovesse essere effettuata correttamente, potrebbero presentarsi riflessi fastidiosi oltre che pericolosi alla guida.
Molto meglio affidarsi a prodotti idrorepellenti specifici.

Il motore rappresenta spesso un elemento estetico di impatto notevole. In alcune vetture questo componente della vettura è particolarmente curato e quindi meritevole di una cura massima; in ogni caso avere un vano motore pulito ed in ordine è un plus non da poco.
Anche qui valgono le considerazioni fatte per il lavaggio esterno: bisogna procedere con uno sgrassante (tipo Meguiar's D108) e poi risciacquare il tutto. Le vetture moderne non soffrono l'acqua nel vano motore, in ogni caso è calorosamente consigliabile munirsi di aria compressa ed eliminare, subito dopo il lavaggio, l'eccesso di acqua soprattutto nei pressi dei contatti elettrici e della batteria.
Anche le plastiche del motore hanno bisogno di protezione e di un prodotto che le ravvivi (Meguiar's M40, D170, 303 Aerospace Protectant). Questi prodotti possono essere applicati in modalità spray oppure con un classico applicatore manuale in spugna.

Alcune vetture sono dotate di cappotte in tessuto oppure in vinile.
Oggi anche in questo campo, la tecnologia ha compiuto notevoli passi avanti ed esistono prodotti in grado di conservare nel tempo il colore dei materiali ed assicurarne anche l’impermeabilità.
Dopo aver pulito la superficie con un detergente adatto, un prodotto come il 303 Fabric Guard (perfetto anche per i tessuti interni) vi aiuterà a respingere l’acqua ed a garantire alla cappotte lunga durata. Questo tipo di prodotti infatti riesce a formare un velo invisibile ed impermeabile che renderà il tessuto idrofobico e qualsiasi liquido scivolerà tranquillamente…

INTERNI - La pulizia degli interni può essere eseguita a mano oppure con strumenti ad aria e ad estrazione.
Importante è dotarsi di un prodotto che abbia un ph neutro e che sia sicuro sulle superfici (es. Meguiar's D101/D103). Questi detergenti solitamente possono essere applicati su ogni supporto interno (tessuto, pelle, plastica) e possono essere lavorati con un panno in microfibra. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di prodotti concentrati che permettono all'utente di risolvere qualsiasi esigenza (sporco leggero o intenso) a seconda della diluizione che si sceglie.
Il mio metodo preferito per utilizzare prodotti come il D101 consiste nel vaporizzare il prodotto sulla superficie da trattare, attendere che il prodotto faccia il suo lavoro (45-60 secondi) e poi strofinare un panno in microfibra a pelo corto.
Una spazzolina delicata potrebbe essere di aiuto con le macchie più ostinate.

Esistono attrezzature che forniscono un notevole aiuto nella pulizia delle superfici interne.

La pistola Turbo (o Tornador), con il supporto di un compressore d'aria, rende molto agevole la pulizia di tappeti, moquette, sedili, cruscotti e di quasi tutti gli elementi all'interno dell'abitacolo. Essa spruzza una gran quantità di aria e poco prodotto a garanzia di una grande resa.
La pistola Turbo permettere di pulire negli spazi più angusti e di arrivare li dove a mano con un panno o con un pennellino sarebbe impossibile giungere.

Molte vetture sono dotate di rivestimenti in pelle che donano un appeal notevole ma necessitano di cure particolari per evitare le antiestetiche screpolature e le perdite di colore.
La pelle degli interni di un’auto, sebbene pigmentata è un elemento con una base naturale ed ha bisogno di cure per preservarne la morbidezza e l’aspetto sempre sano.
Prima che si renda necessario un intervento di professionisti che ripristinino le condizioni ed il colore originale è importante seguire piccoli e semplici consigli per la manutenzione quotidiana.
Una pulizia settimanale con un detergente adatto (Meguiar’s D101, Fenice Leather Cleaner…) manterrà intatta la luminosità della pelle ed il suo naturale effetto opaco.
Chiudere il lavoro con una crema detergente, invece, proteggerà nel tempo la pulizia appena effettuata ed eviterà che la superficie sia secca e priva di tono. Queste creme hanno, infatti, la capacità di penetrare nella pelle, esserne assorbite, e proteggendola dall’uso e dai raggi UV.

Fase 2.
Decontaminazione.
Per decontaminazione si intende quel processo di rimozione degli agenti inquinanti che nemmeno un lavaggio ben eseguito è in grado di compiere. La clay (una barretta di argilla) permette di ottenere una superficie liscia, completamente decontaminata e prepara la stessa alla successiva operazione di lucidatura.
Quella del claying non è un'operazione abrasiva, ma solo decontaminate.



Il claying è una fase molto spesso trascurata eppure fondamentale del processi di lucidatura. E' l'unica soluzione conosciuta per riportare lo stato di una vernice ad una situazione di totale decontaminazione e molto spesso, su vettura già lucidata e protetta, basta questo passaggio seguito dalla chiusura del lavoro con un protettivo per ripristinare un notevole livello di finitura.
Il claying è semplicissimo e passa attraverso 3 semplici fasi:
Spruzzare il lubrificante scelto (Meguiar’s M34, D155 ecc…) sulla zona da trattare.
Sfregare la clay bar sulla superficie inumidita. A questo punto se la carrozzeria è molto contaminata, durante il claying si sente chiaramente che la barretta scivola su una superficie ruvida che mano a mano diventa sempre più liscia. Quando si raggiunge la finitura desiderata il lavoro si potrà considerare concluso.
Asciugare la superficie con un panno in microfibra morbido.
Quando è necessario eseguire nuovamente un’azione di claying? Per rispondere a questo interrogativo è sufficiente eseguire una prova tanto semplice quanto efficace:
Lavare l’auto.
Munirsi di un sacchetto di plastica come quelli comunemente usati in cucina per la conservazione dei cibi.
Inserire la mano all’interno del sacchetto.
Sfregare la mano avvolta dal sacchetto sulla superficie da analizzare.
A questo punto, se la vettura dovesse aver bisogno di claying sarà chiaramente avvertibile una sensazione di ruvidità, altrimenti l’auto non necessiterà di decontaminazione.

L’azione di claying può essere eseguita su tutte le superfici in metallo, plastica verniciata, modanature di alluminio e vetri. Solo le plastiche porose ne devono essere risparmiate.
In commercio esistono diversi tipi di clay bar a seconda della gravità della contaminazione.
Il consiglio è quello di partire sempre dalla soluzione più leggera per poi ricorrere ad una clay più aggressiva solo in caso in cui il passaggio si renda necessario.

In caso di presenza di particelle ferrose, oggi esistono prodotti in grado di estrarre il ferro annidato nei pori del trasparente: mentre la clay fornisce un’azione superficiale ed agisce sullo strato più esterno del trasparente, questi prodotti riescono a penetrare nello strato di finitura, estrarre la particella ferrosa e scioglierla in una soluzione liquida facilmente rimovibile con il getto dell’acqua o di una spugna bagnata.

Fase 3.
Polishing.
Le operazione da eseguire nella fase di pulizia e lucidatura della superficie dipendono sempre da come si presenta la carrozzeria e dall’obbiettivo che il detailer di turno si prefigge di raggiungere.
Anche laddove si dovesse disporre di elementi di controllo (vd. Spessimetri), non si potrà mai avere la certezza assoluta sulla storia di una verniciatura.
Non solo. La pratica ha spesso dimostrato come le vernici siano molto diverse da una casa automobilistica all’altra, da una modello all’altro dello stesso costruttore ed a volte anche tra due modelli perfettamente identici ma costruiti in stabilimenti diversi. Non dimentichiamoci inoltre che il detailer è stretto in una morsa a base chimica: sia il prodotto che usiamo per lucidare che la superficie verniciata non sono altro che il risultato di miscele eseguite in laboratori, ed il lavoro potrebbe essere fortemente influenzato da molte variabili.
Il consiglio generale è sempre quello di partire da uno step leggero e poco invasivo per le superfici in modo tale da testare il “terreno” e valutare di volta in volta i progressi e la tenuta al trattamento.

Per esempio cominciare il lavoro su una superficie con numerosi swirls partendo da una combinazione di polish leggero e tampone medio o morbido darà due indiscutibili vantaggi:
permetterà di valutare la tenuta della vernice
laddove i risultati dovessero arrivare subito al livello desiderato, non obbligherà ad un lavoro costituito da più passaggi.
Per questo motivo, sia che si scelga di lavorare a mano, sia che si opti per una lucidatrice, è consigliabile effettuare un test spot: una verifica della combinazione scelta su una porzione di vettura (delineata con del nastro di mascheratura) in modo tale da valutare il risultato del lavoro che ci accingiamo a svolgere.
Non esistono scelte fisse, ma solo indicazioni che la pratica del momento potrebbe anche smentire!
Il detailing è anche questo:creatività, capacità di adattarsi ai vari momenti e alle varie situazioni per ottenere sempre il massimo del risultato.

L’operazione di lucidatura può essere eseguita con lucidatrice rotativa, con rotorbitale oppure a mano.

A mano - La lucidatura effettuata a mano è sicuramente la più dispendiosa sia dal punto di vista fisico che materiale dal momento che non potendo contare su una forza meccanica si è portati ad un maggiore utilizzo del prodotto chimico. I movimenti da compiere, sia che si tratti di pulizia che di finitura, sono circolari: con la mano bisognerebbe compiere movimenti che disegnino in modo molto uniforme un cerchio, cercando di consumare il prodotto il più possibile (in modo da far lavorare al massimo gli abrasivi in gioco) e portare alla totale pulizia delle superfici e quindi al totale consumo del prodotto.
Gli ultimi passaggi andrebbero effettuati diminuendo la pressione in modo tale da garantire una finitura superiore.
Subito pulire la superficie con un panno in microfibra e ripetere l'operazione se necessario.

Lucidatrice rotorbitale - Alla base di questo tipo di macchine c’è un movimento rotorbitale nel quale il platorello si muove oscillando e creando orbite le cui misure variano a seconda delle caratteristiche tecniche della lucidatrice. Il risultato è una specie di vibrazione che ha il duplice vantaggio di produrre un risultato all’altezza delle aspettative professionali ed assicurare facilità e sicurezza d’uso. La rotorbitale, non produce un movimento continuo e circolare che potrebbe riscaldare le superfici ma disegna tante orbite concentriche.
Di contro, non ha l’incisività e l’aggressività di una lucidatrice rotativa.
Gli elementi, fondamentali, che concorrono all’ottenimento del risultato finale sono:
Velocità di spostamento della lucidatrice sulla superficie
Pressione esercitata
Velocità sulla quale la rotorbitale è settata.
Scelta del prodotto
Scelta del tampone
Tutti questi elementi forniranno la ricetta per il lavoro da compiere, per cui se non dovesse soddisfare il taglio del lavoro, oppure il livello della finitura, non rimane che provare le varie combinazioni fino al raggiungimento pieno della propria soddisfazione.
Tenete sempre in mente che l’abrasivo supera il tampone nell’abrasività: per esempio un compound, (un abrasivo forte), con un tampone medio offrirà un taglio superiore rispetto ad un polish di finitura associato ad un tampone da taglio.
Prima di scegliere la combinazione più idonea allo scopo, è necessario analizzare la superficie potendo contare su una discreta illuminazione: quella solare è sicuramente la più efficace e veritiera ma non sempre possiamo contarci... Ecco perchè in commercio sono disponibili diverse soluzioni che permettono di vedere ed analizzare il singolo difetto al meglio.

Lucidatrice rotativa - Con questo tipo di strumenti è fondamentale tenere sempre ben presente:
la scelta del prodotto
la scelta del tampone
la scelta delle delle velocità
la pressione esercitata

Nel caso in cui si lavori con una lucidatrice rotativa solo la velocità di spostamento assume una rilevanza leggermente inferiore rispetto alla rotorbitale date le velocità in gioco decisamente maggiori.
Anche con la rotativa valgono le considerazioni fatte sulla capacità di taglio dell’abrasivo rispetto a quella del tampone (vd. sopra).
Anche con la rotativa valgono le considerazioni fatte in fase di analisi della superficie.
Quindi prima di cominciare qualsiasi tipo di lavoro dobbiamo classificare i tamponi in possesso in modo tale da poter definire con sicurezza quale sia più duro (e quindi più abrasivo) e quale più morbido (adatto cioè alla finitura).
Lo stesso andrà fatto con i prodotti lucidanti: bisogna sempre conoscerne le caratteristiche tecniche prima di avventurarsi in qualsiasi tipo di lavoro.
La considerazione di base da fare è di partire sempre dalla combinazione meno aggressiva e valutare il lavoro ottenuto. Qualora il risultato non soddisfi e si desideri maggior pulizia si passa ad una combinazione più incisiva.
A questo proposito è utile effettuare il cosiddetto test spot.
Considerate sempre che una lucidatrice rotativa produce un movimento unidirezionale, che risente molto della velocità scelta e che tendenzialmente porta al riscaldamento della superficie.
Questa non è una caratteristica negativa della rotativa ma bisogna sapere che:
una vernice vecchia o comunque originale potrebbe aver bisogno di essere riscaldata per riuscire ad incidere maggiormente nel trasparente ed eliminare i difetti più evidenti.
una vernice fresca potrebbe essere troppo sensibile e non dovrebbe mai essere riscaldata.

E’ fondamentale seguire una logica durante il lavoro.
Un consiglio è quello di concentrarsi su una singola zona e passare alla successiva solo a lavoro ultimato: in questo modo si sfrutterà al meglio il fattore tempo e si avrà la massima resa da parte dei prodotti lucidanti.
Non tutti gli abrasivi sono uguali e lavorano allo stesso modo: alcuni hanno dimensioni molto piccole ma sono stabili in tutto il processo di lavoro e permettono, quindi, un taglio ed una correzione continua.
Altri, invece, sono dotati di abrasivi diminutivi, che riducono la loro sezione durante il lavoro e quindi hanno bisogno di essere manovrati con perizia e velocità nella fase iniziale per riuscire a correggere un difetto.
La tecnica Zenith è, ad oggi, quella che garantisce le migliori prestazioni con rotativa in quanto riesce a far esprimere a prodotti lucidanti le migliori prestazioni in fase di taglio preservando però la finitura finale.
Per una corretta implementazione della Zenith è necessario:
Partire a velocità bassa per stendere il prodotto sulla zona da “lavorare” (circa 900-1000 giri)
Aumentare la velocità cominciando a sfruttare il potere lubrificante dei prodotti (circa 1200-1400 giri).
Accelerare fino a raggiungere il taglio desiderato (1400-2000 giri)
Assicurare una fase a velocità discendente e correttiva: in questo modo si riescono ad eliminare i segni del taglio e portare la finitura ad un livello migliore. E’ consigliabile effettuare due step diminuitivi a 1200-1400 giri e poi a 900-1000 giri.

Fase 4.
Protezione.
Cere, cere, cere… le protezioni non bastano mai e non creano alcun danno alle vernici. Servono a proteggere il lavoro compiuto fino a questo momento, a velocizzare le operazioni di mantenimento e di lavaggio a secco, a rifinire in modo brillante e duraturo la vettura. La protezione consente alla carrozzeria di raggiungere un grado di brillantezza, profondità e di piacevolezza al tatto inarrivabile. È bene tuttavia distinguere le protezioni in due sotto categorie: le cere (wax) e i sigillanti (sealant). Le prime hanno spesso una derivazione naturale come quelle che provengono dalla carnauba: estremamente luminose hanno il loro punto debole nella tenuta al calore in quanto la loro “temperatura di fusione” è stimata molto spesso attorno agli 80-90 gradi.
I sigillanti invece, creano una specie di pellicola sintetica molto duratura, poco sensibile al calore ed estremamente riflettente.
L’applicazione di una cera può avvenire a mano oppure con lucidatrice.
A mano è sufficiente utilizzare un applicatore in microfibra, oppure uno in spugna morbida, ed eseguire movimenti circolari ed uniformi.
Con lucidatrice, dopo aver scelto un tampone adatto (solitamente in spugna morbida), occorre stendere il prodotto in modo uniforme ed a bassa velocità, senza creare stress inutili per la carrozzeria.
Una cera solitamente dopo l’applicazione richiede un momento di posa e, successivamente, può essere rimossa.
Alcune cere non hanno bisogno di tempi lunghi ma possono essere rimosse subito dopo l’applicazione, altre invece, necessitano di qualche minuto in più.
In generale, un’indicazione valida la fornisce la cosiddetta “prova del dito”:
si stende in modo uniforme la cera:

dopo aver applicato la cera è sufficiente passare il dito indice sulla superficie appena trattata e verificare il lavoro compiuto dal protettivo: laddove la carrozzeria dovesse già apparire lucida ed asciutta la cera potrà essere rimossa. Al contrario, laddove la superficie dovesse essere ancora umida il protettivo applicato avrà ancora bisogno di tempo per terminare il suo lavoro.

Nell’immagine è possibile vedere chiaramente la zona in cui la cera è pronta per la rimozione e quella in cui, invece, è necessario attendere ancora un pò.
Un consiglio valido per ogni genere di protezione di buon livello è quello di evitare spessori eccessivi: per le cere ed i sigillanti vale la regola del troppo che stroppia. Quindi stendete i prodotti avendo cura di creare un film sottile ed uniforme. In questo modo la fase di rimozione non richiederà un impegno eccessivo e si godrà di una resa maggiore.
Le cere possono essere sovrapplicate (non è un obbligo e dipende molto dal gusto personale e dal tempo a disposizione) per cercare di ottenere il massimo della protezione da prodotti analoghi oppure da prodotti diversi cercando di associarne i vantaggi. 
 
Discorso a parte meritano i trattamenti nanotecnologici. Oggi questo tipo di materiale rappresenta il massimo (tecnologicamente parlando) per la protezione di una vettura. Il rivestimento nanotecnologico assicura per un lunghissimo periodo (dai 2 ai 6 anni) totale schermatura ai raggi UV, impedendo l'invecchiamento solare. 
Inoltre i trattamenti nanotecnologici rendono le superfici molto più resistenti agli agenti atmosferici e assicurano una finitura finale superiore.

Un aspetto importante della protezione è cercare di capire quando un prodotto ha finito il suo ciclo e la superficie non è più protetta.
Molto spesso infatti ci si chiede se esista un metodo per stabilire l’effettiva presenza dei protettivi sulla carrozzeria.
Controllare l’effetto beading vaporizzando un pò d’acqua sulla superficie può fornire utili indicazioni.
Se la superficie dovesse assumere questo aspetto la protezione della cera sarà ancora presente:

Diversamente, si avrà una prima indicazione sulla perdita di efficenza del protettivo.
Un test molto affidabile ed accurato è lo Squeak Test di Meguiar’s.
Si tratta di un sistema molto semplice ma veritiero che prevede però una superficie pulita, perfettamente lavata ed asciugata, ma senza l’uso di quick detailer che potrebbero alterare il risultato del test.
Dopo si utilizza un panno in cotone (100%) e lo si piega come in foto:

Successivamente si impugna il panno in modo tale da assicurarsi una presa ferma ed affidabile.
A questo punto, con una moderata pressione, si eseguono movimenti circolari e poi avanti e dietro e si cerca di ascoltare…
Se non si dovessero avvertire rumori e sfregamenti vuol dire che il protettivo è ancora presente e svolge il suo lavoro, se invece si dovesse udire una specie di “cigolio” è il segno che la cera non c’è più oppure che ha bisogno di essere rinvigorita.
Cosa è successo? La cera funziona come un isolante per la superficie: questo vuol dire che crea un film in grado di isolare la vernice e creare pochissimo attrito e per questo, in presenza di una superficie protetta, non sono udibili rumori riconducibili a sfregamento.
Di contro, senza cera, una superficie non protetta crea contrasto, e quindi attrito, facilmente udibile.

Fase 5.
Mantenimento.
In commercio ci sono diversi pulitori rapidi (quick detailer) arricchiti con cere e polimeri. Questi prodotti permettono di pulire una vettura precedentemente trattata, che non necessita di un lavaggio tradizionale e svolgono un ruolo determinante per mantenere inalterata la protezione delle cere e utili nel ripristinare pulizia e brillantezza in poco tempo e con poco sforzo.
I quick detailer, pertanto, non sostituiscono la fase finale di un lavoro di lucidatura e non sono alternativi alle cere ed ai sigillanti, ma svolgono un lavoro di conservazione.
La tecnica migliore per l’applicazione di questa famiglia di prodotti e quella del tamponamento: per evitare infatti l’attrito del panno sulla superficie sporca (fonte di swirls) è utile spruzzare il prodotto scelto sulla superficie sporca e tamponare fino a rimuovere lo sporco alternando, durante il lavoro, i vari lati del panno sfruttando sempre quelli più puliti.
Dal momento che questa pratica, anche se ben eseguita, può produrre comunque una certa quantità di attrito tra il panno e la superficie, è consigliabile attuarla quando la carrozzeria si presenta poco o mediamente sporca. In caso contrario, un lavaggio convenzionale è più indicato.
In questi frangenti si può rivelare particolarmente utile un prodotto no rinse: si tratta di lubrificanti multiuso che, a seconda della diluizione, possono essere impiegati per molteplici usi.
Posso diventare ottimi clay lube ma anche formidabili prodotti per il mantenimento, in quanto riescono ad avvolgere le particelle di sporco e fornire la base per una pulizia veloce e senza danni per la superficie.
[Modificato da Irocman 25/07/2013 22:28]




www.vwgolfmania.it
www.bmwmania.it
 
                         

Per leggere gli altri messaggi devi essere iscritto al forum!
Login
Username o Email
Password
Accedi con:

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi e allega immagini
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:38. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com



TORNA AD INIZIO PAGINA