La Camera dei deputati ha approvato definitivamente la cosiddetta manovra bis. Il decreto-legge recante "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo" sarà pubblicato entro la fine della settimana sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà subito in vigore. Per quanto riguarda il mondo dell'auto, la manovra, che prevede l'aumento dell'Iva e dell'Ipt, impatterà sul costo di acquisto di vetture nuove e usate effettuato in saloni e concessionarie e sui costi di manutenzione e riparazione (ricambi, lubrificanti, manodopera ecc.). A meno che produttori e distributori non decidano di "assorbire" l'aumento dell'Iva diminuendo l'imponibile (e quindi i margini di profitto), l'aumento di un punto percentuale dell'Imposta sul valore aggiunto (dal 20 al 21%), farà aumentare dello 0,833% circa (alcune voci della messa su strada non sono soggette a Iva) il prezzo chiavi in mano delle vetture, ma anche di optional e ricambi.
Per quanto riguarda l'Ipt, l'imposta provinciale di trascrizione che si paga alla provincia di residenza dell'acquirente nel caso di vetture nuove o alla provincia in cui ha sede la concessionaria nel caso di vetture usate, si passa da un importo fisso compreso, a seconda delle province, tra 151 e 196 euro a un importo proporzionale alla potenza e compreso, sempre a seconda delle province, tra 3,51 e 4,56 €/kw (ma le macchine di potenza fino a 53 kw continueranno a pagare l'imposta fissa). Tutto ciò, tuttavia, solo nelle province delle regioni a statuto ordinario. Nelle altre (Valle d'Aosta, province autonome di Trento e Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna) nulla cambia rispetto a oggi (ma le singole giunte possono legiferare autonomamente).
Il risultato? Il costo d'acquisto di un'auto presso un operatore professionale aumenterà, a seconda del prezzo e della potenza della macchina che si acquisterà, da qualche decina a qualche centinaia di euro (ma anche migliaia di euro nel caso di vetture costose e/o con molta cavalleria). Non solo. La doppia misura sarà di fatto retroattiva: per l'Iva, infatti, farà fede la data di emissione della fattura, che in genere coincide con il saldo dell'importo ma è calcolata sull'importo totale, visto che la caparra, dal punto di vista fiscale, non è considerata un acconto, mentre per l'Ipt farà fede la data di iscrizione al Pra. In entrambi i casi, dunque, non conta la data in cui è stato firmato il contratto.
Per esempio: un cliente di una provincia in cui l'aliquota dell'Ipt è massima (Milano, Torino, Bologna, Palermo e altre decine di province) ha firmato un mese fa il contratto d'acquisto di un'Alfa Romeo 159 s.w. 2.0 JTDm Distinctive con 125 kW da 32.700 euro (27.250 di imponibile + 5.450 di Iva) che ritirerà la prossima settimana. Il giorno in cui si presenterà in concessionaria per il saldo scoprirà di dover pagare 570 euro invece di 196 di Ipt (+374 €) e che la macchina che avrebbe dovuto pagare 32.700 €, a meno di ulteriori sconti della Casa o della concessionaria, gli costerà 32.972,50 €, cioè 272,50 € in più. In tutto dovrà sborsare 646,50 euro in più. E lo scoprirà solo al momento del saldo del contratto firmato un mese fa...