E poi dicono che no, non è vero che ai comuni interessa solo fare cassa con le multe elettroniche. Ogni volta che qualcuno lo dice, automobilisti, giornalisti, consiglieri dell'opposizione di turno, apriti cielo. Il sindaco o chi per lui si erge a paladino della legalità con frasi roboanti del tipo "lo facciamo per la sicurezza stradale", "dobbiamo proteggere l'utenza debole e gli altri automobilisti"... Parole sante, per carità, ma quasi sempre la foglia di fico dietro cui amministratori con pochi scrupoli celano l'avidità di chi, grazie alle multe elettroniche, sa di poter far soldi, tanti soldi.
Telecamere sì, pattuglie no. La prova? Basterebbe osservare la sistematica mancanza di prevenzione con cui gli enti locali affrontano la materia. C'è un incrocio a rischio? Perché fare una rotatoria se sul mercato ci sono delle micidiali telecamere che lasciano che una pericolosa violazione sia commessa per poi sanzionarla mesi dopo? C'è un rettilineo largo e lungo sul quale troppe auto sfrecciano oltre i limiti? Perché presidiarlo con le pattuglie se si può mettere un bell'autovelox automatico, incustodito, ben nascosto e magari nemmeno segnalato che lascia che la pericolosa violazione sia commessa per sanzionarla mesi dopo?
Gara d'appalto senza scrupoli. Ma a mettere sotto accusa amministratori e sindaci non ci sono solo queste pratiche sconce. A inchiodarli c'è la carta, dichiarazioni nero su bianco che mettono a nudo una forma mentis perversa. Come si potrebbe definire altrimenti ciò che scrive il comune di Solferino, in provincia di Mantova, nella gara d'appalto (presentazione delle offerte entro il 2 marzo 2010) per fornitura a noleggio di tre autovelox, due fissi e uno mobile? Nel capitolato d'appalto il comune lombardo scrive, candidamente, che il contratto con la ditta che si aggiudicherà l'appalto potrà essere risolto "in caso i proventi vengano devoluti, anche parzialmente, all'ente proprietario della strada".
Alla faccia della sicurezza. Che furbi a Solferino. Visto che nella riforma del codice della strada in discussione al Senato c'è scritto che i proventi delle multe fatte su strade non di proprietà dovranno, se la norma sarà approvata, essere destinati non più al Comune da cui dipende la pattuglia che ha accertato la violazione ma all'ente proprietario della strada in questione (al comando di polizia locale da cui dipende la pattuglia spetta solo una quota pari alle spese di accertamento), che ti combina l'amministrazione di Solferino? Dice ai partecipanti: guardate che se per caso questa norma passerà io straccerò il contratto. Che tradotto in pratica vuol dire pressappoco così: a me frega nulla della prevenzione e della sicurezza stradale, a me interessano le multe. Se io sarò costretto a girarle alla Provincia, alla Regione o allo Stato, be', quell'autovelox lo toglierò. Alla faccia della sicurezza, alla faccia della prevenzione e alla faccia della collaborazione tra enti locali. E poi dicono che no, non è vero che ai comuni interessa solo fare cassa con le multe elettroniche…