ROMA - Uno schianto nella notte a Roma. La voglia di fare i grandi, di superare i limiti e una bravata tra ragazzi è diventata tragedia. A.M., 16 anni, è morto a bordo della Opel Astra intestata alla madre, che ha urtato a tutta velocità un muro di cemento di via Pietro Frattini al Portuense. Nell'auto c'erano anche M.C., coetaneo del giovane deceduto e un terzo adolescente, S.F., 17 anni, figlio di un funzionario di polizia della capitale. Entrambi ora sono ricoverati all'ospedale San Camillo. Uno, in particolare, sarebbe in gravissime condizioni. Ancora non è chiaro chi fosse alla guida della macchina.
Velocità e coraggio. Prove di velocità, vere e proprie gare clandestine, e anche di coraggio per vedere chi ha il fegato di rischiare la vita: come nel vecchio "Gioventù bruciata" ci si sfida a chi frena per ultimo, nel film il limite era costituito da un burrone, in via Pietro Frattini da un muro di cemento. L'altra alternativa sarebbe quella di tirare il freno a mano e arrivare in derapata alla rotonda alla fine della strada.
L'incidente. Questa notte la scena, forse, si è ripetuta ma l'epilogo è stato drammatico: l'auto è finita violentemente contro il muro in cemento. M.C. e S.F. sono riusciti, sia pur malconci, a venir fuori uscire dall'abitacolo, l'altro ragazzo è invece rimasto incastrato tra le lamiere. Per estrarlo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco ma il cuore del giovane ha ceduto una volta al San Camillo. "Non c'e' stato nulla da fare - dicono gli amici -. Era seduto davanti, al posto del passeggero. E non aveva la cintura di sicurezza legata".
L'ospedale. Anche gli altri due ragazzi sono stati condotti al San Camillo: il 16enne M.C. è ricoverato in rianimazione con numerose fratture ma se la caverà. Più gravi, invece, le condizioni del 17enne S.F., che ha riportato una contusione toracica con il collasso di un polmone.
I genitori. "Mi ha detto che non si ricorda nulla dell'incidente. Neanche il momento dello schianto", racconta il padre di M.C. che, dice, era seduto sul sedile posteriore. Intanto è sotto sedativi da quando le hanno detto dell'incidente, la madre del ragazzo morto al Portuense. La donna, vedova da qualche anno, aveva solo questo figlio. A lei sono arrivate le condoglianze del sindaco Veltroni.
Le indagini. Ora gli investigatori della Municipale dovranno accertare la presenza di altre vetture sul posto e appena possibile, parleranno con i due feriti per capire cosa è successo esattamente. Forse un aiuto importante potrebbe arrivare da Riccardo, un diciottenne che avrebbe assistito alla scena.
Secondo un amico del ragazzo i tre sulla Opel Astra non sarebbero stati impegnati in una gara di velocità ma in una prova di coraggio. Hanno frenato una cinquantina di metri prima della barriera ma non in tempo per evitare un impatto fatale.
Il racconto. "Riccardo era in auto ma con il muso rivolto verso il margine della strada - dice Valerio, che riferisce il racconto dell'amico -. Dopo aver sentito la botta, si è girato vedendo l'Astra che si sollevava quasi a volersi ribaltare; poi però è ricaduto sull'asfalto. A quel punto è sceso prestando i primi soccorsi al guidatore. Poi ha chiamato l'ambulanza. Quando sono arrivato mi ha detto queste cose e che non aveva visto altre auto, poi è stato interrogato dai vigili urbani e non l'ho più visto".