Siamo alle solite: i prezzi dei carburanti salgono vertiginosamente. Ma a far infuriare i consumatori, stavolta, non è il costo del petrolio schizzato alle stelle, bensì l'ennesimo rincaro calcolato, guardacaso in prossimità del ponte pasquale quando gli spostamenti in auto si moltiplicano.
Un pieno da 10 euro in più. La verde è arrivata a 1,422 euro al litro, il gasolio a 1,25 euro: oltre 2 cent/litro in più rispetto a un anno fa in questo periodo. Morale? Un pieno costerà fino a 10 euro in più, uno sproposito che ha costretto a intervenire (almeno a parole) anche il Ministero per lo Sviluppo economico. Il sottosegretario, Stefano Saglia, ha infatto dichiararo che l'obiettivo dell'esecutivo è quello di "azzerare il divario esistente fra il prezzo industriale della benzina in l'Italia e quello della media dei paesi dell'Unione europea". Una riforma, finalizzata anche al rilancio delle liberalizzazioni, che dovrebbe contribuire a far abbassare drasticamente i prezzi.
Consumatori sul piede di guerra. Come sempre accesissima la polemica fra Unione petrolifera e associazioni dei consumatori. In particolare, Adusbef e Federconsumatori hanno denunciato "l'ennesima speculazione" che grava sul settore carburanti e che pesa sulle tasche degli italiani. L'Up ha replicato parlando di accuse infondate "finalizzate esclusivamente a un facile consenso della pubblica opinione". Certo. Peccato che tre mesi fa (gennaio 2010), secondo quanto certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico, a parità di costo del petrolio i prezzi alla pompa era inferiori di 10 centesimi al litro... No comment.